Mobilità: tema in evoluzione

Il tema dei trasferimenti è senza dubbio uno tra i più sentiti tra gli appartenenti alla Polizia di Stato, visto quanto incidono sulla qualità della vita di ognuno di noi la sede, ma anche l’ufficio, la specialità, il reparto dove prestiamo servizio: sul piano legislativo la materia è regolata in maniera piuttosto vaga dall’art. 55, dPR 335/1982 e, nel caso di candidatura a mandato politico o amministrativo, dall’art. 53 del medesimo decreto e dall’art. 78 del Tuel.

La mobilità a domanda dell’interessato, eventualmente “per gravissime ed eccezionali situazioni personali“, viene disposta dal Dipartimento della pubblica sicurezza, che provvede d’autorità per situazioni oggettive “di rilevante pericolo per il dipendente” ovvero “quando la permanenza del dipendente nella sede nuoccia al prestigio dell’Amministrazione” (cd. “incompatibilità ambientale“).

“Per esigenze di servizio” e in ambito provinciale i trasferimenti vengono effettuati: dal questore tra gli uffici della questura e dai dirigenti di ogni specialità (Polizia stradale, Polizia ferroviaria, Polizia postale e delle comunicazioni; Polizia di frontiera) in seno a ciascuna di esse. Ciò in applicazione dell’art. 44, dPR 782/1985 che, in realtà, viene utilizzato anche i per trasferimenti a domanda dell’interessato.

In questa area del nostro web troverete, oltre ad un’ampia raccolta di documenti attinenti, un puntuale resoconto dell’evoluzione delle disposizioni in materia attualmente in corso.