Come noto il Parlamento si accinge ad approvare in via definitiva il decreto Salvini (decreto-legge 113/2018), nel cui disegno di legge di conversione è prevista la delega al Governo affinché adotti, entro il 30 settembre 2019, uno o più decreti legislativi recanti disposizioni integrative in materia di riordino dei ruoli e delle carriere del personale delle Forze di polizia e delle Forze armate: per questo motivo, oggi, abbiamo incontrato il Vice Capo della Polizia preposto all’attività di coordinamento e pianificazione delle Forze di polizia, prefetto Alessandra Guidi, presente la Struttura di missione per l’attuazione del riordino nelle persone del responsabile, dirigente generale di pubblica sicurezza dott. Antonino Bella e del dott. Pietro Tortora, oltre al Direttore delle Relazioni sindacali, vice prefetto Maria De Bartolomeis.
La previsione di “uno o più decreti” potrà consentire l’emanazione, in tempi molto brevi, anche prima della prossima primavera, delle misure più importanti ed urgenti. Ecco perché, seppur riservandoci di produrre uno o più documenti dettagliati e completi, abbiamo sin d’ora esposto verbalmente le linee generali delle nostre proposte di intervento per migliorare questo riordino, che troppi colleghi di ruoli e qualifiche diversi ha mortificato.
Abbiamo quindi riepilogato brevemente le nostre rivendicazioni di sempre, il cui mancato accoglimento ci ha indotto a non concordare affatto con quanti hanno definito il riordino del 2017 come un “risultato epocale”.
Noi, diversamente, evidenziammo subito queste criticità e quindi ben venga che pian piano anche altri, ora, le condividano.
Innanzitutto, atteso il titolo di studio oggi richiesto per l’ingresso e le reali responsabilità che ricadono anche su un agente al primo giorno di servizio, abbiamo nuovamente ribadito la nostra proposta di eliminare la definizione di “mansioni esecutive” che viene affibbiata a quelle proprie non solo ad agenti/assistenti, ma addirittura ai sovrintendenti, notoriamente ufficiali di PG, giungendo invece alla reale unificazione reale dei predetti ruoli.
Questo, oltre a restituire un po’ di dignità professionale ai tanti colleghi rimasti “al palo” a causa di politiche sbagliate, consentirebbe una più fluida progressione che dovrebbe anche prevedere tempi più brevi di quelli richiesti attualmente per giungere, per chi lo volesse, alla prima qualifica che preveda l’assunzione delle responsabilità da ufficiale di polizia giudiziaria ed a quella apicale.
Al fine di garantire le massime possibilità di sviluppo di carriera a partire dalla base abbiamo ribadito la necessità di anticipare al massimo il già previsto aumento di 4.000 unità della dotazione organica delle qualifiche da ufficiale di PG, consentendo anche ai più giovani di mettersi in gioco con procedure concorsuali per esami.
Per uno sviluppo di carriera pari a quello nelle altre Amministrazioni interessate dal riordino, abbiamo chiesto un cospicuo aumento della dotazione organica del ruolo degli ispettori, almeno pari ad Arma dei carabinieri e Guardia di finanza che, inspiegabilmente, rispetto a quanto previsto per la Polizia di Stato, sono ben al di sopra, per svariate migliaia di unità.
Vanno, inoltre, previsti gli scorrimenti di tutte le graduatorie esistenti, da quelle da sovrintendente a quella per i concorsi da agente, sia pubblici che per i VFP, per consentire una migliore distribuzione dei carichi di lavoro e far ripartire la mobilità a domanda che, in caso contrario, rischia di subire una dannosa stasi nei prossimi mesi.
Per tutte le promozioni a seguito di concorso che non abbiano già avuto decorrenza dal 1° gennaio dell’anno successivo a quello in cui si sono verificate le vacanze vanno previste le massime retrodatazioni possibili.
In particolare occorre agire in tal senso per gli ispettori dei corsi, 7°, 8°, 9° e 10°, salvaguardando le anzianità pregresse degli ispettori capo inquadrati nella qualifica di ispettore superiore e la posizione degli ispettori superiori che dal riordino non hanno ricevuto alcun beneficio. Per ottenere tali risultati sarà utile anche, ma non solo, il dimezzamento dei tempi di permanenza nelle varie qualifiche, portando a 16 anni il tempo per raggiungere la qualifica apicale anziché gli attuali, inaccettabili, 32 anni.
Analogamente andrà soppresso il ruolo direttivo ad esaurimento, esattamente come sta avvenendo per l’Arma dei carabinieri, prevedendo per gli interessati la nomina alla qualifica di commissario capo al termine del corso di formazione, la possibilità di raggiungere quella di vice questore, come previsto dalla normativa previgente oggetto di chiari pronunziamenti giurisdizionali, insieme ad idonee misure di salvaguardia economica correlate alle annualità cui si riferiscono i concorsi, anche ai fini pensionistici.
Per quanto attiene al ruolo tecnico, oltre ad un aumento degli organici nei ruoli dei sovrintendenti e ispettori, abbiamo chiesto che questo sia omologato al ruolo ordinario, a partire dalle denominazioni, da introdurre, di “vice questore aggiunto tecnico” e “vice questore tecnico”, oltre ai medesimi percorsi di carriera ed avanzamenti, al fine di evitare il formarsi di due polizie all’interno della stessa Amministrazione.
In definitiva deve essere realizzata una reale equiordinazione con le forze di polizia militare garantendo finalmente, come da sempre per loro, una carriera veramente aperta dalla base.
Roma, 26 novembre 2018