Fino al 2013 compreso sono stati ripartiti 60 milioni di euro tra tutti i poliziotti, carabinieri, penitenziari, forestali ed appartenenti alle Forze armate che avessero percepito nell’anno precedente un reddito non superiore ai 35.000 euro, grazie alla riduzione dell’imposta sul reddito delle persone fisiche e delle addizionali regionali e comunali sul trattamento economico accessorio, come noto prevista dall’art. 4, comma 3, decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185.
Giunse poi l’austerità e la quasi totalità dei poliziotti contrattualizzati persero quel beneficio di circa 150,00 euro netti ed esentasse che, con le risorse del riordino, avrebbe potuto essere riprodotto negli stessi termini, ma come tutti sappiamo non è andata affatto così: oggi la riduzione d’imposta spetta solo a chi nel 2018 ha percepito un reddito non superiore ai 28.000 euro, il che taglia fuori quasi tutti i poliziotti, compresi anche molti agenti, con solo pochissime eccezioni.
È infatti sufficiente che un agente faccia il turno in quinta in volante per esserne escluso: il suo reddito imponibile lordo – che tiene conto delle voci fisse e continuative, nonché di tutte le accessorie – supera, come nella stragrande maggioranza dei casi, quell’inusitato limite dei 28.000 euro. Quindi oltre al danno si rischia anche la beffa,vanificando in buona parte l’istituzione dell’indennità di controllo del territorio da noi ottenuta con una lunga ed ostinata battaglia!
Le risorse oggi disponibili – 53 milioni – sono sensibilmente inferiori ai 60 mln di qualche anno fa, ma soprattutto dobbiamo qui evidenziare come tra i poliziotti la defiscalizzazione toccherà quasi solo ai turnisti in quinta che per qualche mese del 2018 sono stati allievi agenti e che per questo potrebbero rientrare nel limite dei 28.000, le altre eccezioni saranno davvero pochissime ed in pratica riguarderanno solo chi appartiene alle qualifiche di base e non ha percepito accessorie.
Ecco perché abbiamo chiesto al Dipartimento della pubblica sicurezza di studiare rapidamente soluzioni idonee ad evitare il protrarsi di questa che non esitiamo a definire come una vera e propria Defiscalizzazione militare e proseguiamo nella nostra azione tesa ad ottenere immediati correttivi al riordino con le risorse disponibili entro il 30 settembre – termine dell’attuale delega – per poi effettuarne altri l’anno prossimo con le ulteriori risorse che il Governo riuscirà a stanziare.
Nella legge di stabilità infatti non ci aspettiamo di trovare solo le risorse per ulteriori e più incisivi correttivi, ma anche quelle necessarie al rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro ed all’istituzione della previdenza complementare visto che – come gli altri appartenenti al Comparto sicurezza e difesa – i poliziotti che andranno in pensione nei prossimi anni riceveranno una pensione che, in rapporto alla retribuzione percepita durante il servizio, sarà molto più bassa rispetto a tutte le altre categorie di dipendenti, pubblici e privati: ora non si può più aspettare.
Roma, 4 luglio 2019
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