Nel corso dell’incontro tenutosi ieri pomeriggio sul tema, si è registrata una situazione pressoché di stallo rispetto all’incontro del 3 settembre scorso. La riunione è stata presieduta dal Direttore centrale per le risorse umane Giuseppe Scandone, affiancato dal Coordinatore della Struttura di missione per l’ordinamento della Polizia di Stato, dr. Maurizio Ianniccari, dal suo vice, dr. Gaspare Caliendo e dal Direttore dell’Ufficio per le relazioni sindacali, vice prefetto Maria De Bartolomeis.
Dalle informazioni lentamente giunte in nostro possesso, cui peraltro manca ancora il testo della bozza di articolato, è oggi possibile riaffermare l’impossibilità di soddisfare adeguatamente le primarie esigenze e le legittime aspettative a carattere ordinamentale che questi correttivi erano chiamati a risolvere. Ciò, anche a causa di inaccettabili vincoli imposti dalle Forze armate che sottraggono a scelte condivise la quasi totalità delle disponibilità riservate alla Polizia di Stato.
Eppure, come noto, l’Amministrazione della pubblica sicurezza si distingue da tutto il restante Comparto sicurezza e difesa per le specifiche problematiche che nessun’altra Forza ha. Problematiche tutte legate ai quasi ventennali colpevoli ritardi ed omissioni nel bandire ed espletare i concorsi interni. Per i poliziotti sono quindi assolutamente indispensabili interventi specifici, idonei a recuperare il più possibile il tempo perduto mediante nuovi e corposi concorsi, nonché promuovendo un’accelerazione delle progressioni di carriera.
Questa accelerazione deve intervenire sia nella progressione da un ruolo all’altro – partendo da una unificazione, almeno di fatto, dei ruoli sovrintendenti, assistenti ed agenti, intervenendo anche con l’istituto del soprannumero riassorbibile – che favorendo l’accesso al ruolo degli ispettori di tutti gli attuali sovrintendenti, il che libererebbe altrettanti posti da sovrintendente – comunque da aumentare di molto – a favore degli assistenti capo più anziani e di coloro che si metteranno in gioco tramite concorsi per esami che al più presto bisognerà bandire.
Ma l’accelerazione nella progressione di carriera dovrà avvenire anche all’interno di ciascun ruolo a partire da quello di base, proseguendo con sovrintendenti ed ispettori, dove si registrano le sofferenze determinate dalle sperequazioni per l’avanzamento dei corsi 7°, 8°, 9°, 10° ed 11° ed il mancato scorrimento degli idonei al concorso a 501 posti, partendo dal presupposto che ogni promozione deve avere effetti economici reali e non quelli fittizi previsti dall’art. 45, co. 5 del riordino, per il quale si è chiesto un immediato correttivo perché, quello che è un riconoscimento economico per le qualifiche apicali più anziane, non si trasformi in un ostacolo se chi le riveste decidesse legittimamente di proseguire nel suo percorso di carriera.
Siamo tornati a ripetere che va salvaguardata la sede dei frequentatori interni del 10° corso ispettori e le posizioni degli ex ispettori capo, promossi senza adeguato riconoscimento dell’anzianità pregressa, degli ispettori superiori “raggiunti” senza possibilità di accedere alla nuova qualifica apicale, della progressione interna ai ruoli tecnici e dei funzionari del sopprimendo RE, da promuovere commissari capo al termine del periodo formativo e vqa all’atto del pensionamento, oltre a le altre sperequazioni economiche oggi esistenti rispetto ai parigrado dei diversi ruoli ad ordinamento militare.
Così come era emerso chiaramente già nel corso della riunione precedente è ormai inutile tentare ancora di risolvere il problema senza investire il livello politico: è per questo che abbiamo chiesto un urgente incontro al nuovo Ministro dell’interno, rivolgendole sin d’ora un appello affinché liberi a brevissimo le risorse necessarie ad affrontare le problematiche sinteticamente elencate o ne reperisca immediatamente di ulteriori, con idonee garanzie su tempi e modalità degli interventi.
I correttivi che ci sono stati al momento prospettati – peraltro con un grave ed incomprensibile ritardo, che ha impedito ai rappresentanti dei poliziotti di avviare tempestivamente quel confronto col livello politico la cui necessità ci viene palesata solo oggi, a meno di venti giorni dal termine di scadenza della delega – così come sono infatti semplicemente irricevibili perché sarebbero totalmente insufficienti a fronteggiare le legittime aspettative di praticamente tutti i colleghi di tutti i ruoli.
Il tavolo si è aggiornato a breve, indicativamente entro la prossima settimana.
Roma, 13 settembre 2019