Contratto: nessun baratto sulla pelle dei Servitori dello Stato

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Trattative per rinnovo: ancora pochissime luci e fin troppe ombre

Contratto: aspettative deluse, bisogna fare di più

 

Durante il nuovo incontro in sede tecnica per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro di ieri, terminato in serata, la Funzione pubblica ha presentato una nuova formulazione degli articoli normativi proposti e, per la parte economica, ha dato alcune iniziali indicazioni di massima, che risentivano di una stesura affrettata e quindi contenevano elementi tutti da verificare, a partire dagli incrementi effettivi del trattamento fondamentale, dalle relative decorrenze ed effetti sulla pensione, dalle voci su cui verranno distribuiti e quindi dagli effetti che avranno sull’indennità buonuscita.

 

Va subito detto, in attesa degli approfondimenti immediatamente promessi dopo le nostre proteste, che a colpo d’occhio il quadro ci è apparso del tutto inadeguato sia per l’esiguità degli importi che hanno effetto sulla buonuscita, sia per gli effetti inspiegabilmente punitivi e mai visti prima su nessuna bozza di accordo per il rinnovo dei nostri contratti sulla determinazione della base pensionabile e quindi della pensione cui i poliziotti avranno diritto grazie all’entrata di questo, contraddicendo le indicazioni ricevute sulla previdenza dedicata e l’applicazione dell’art. 54 da inserire nel “Pacchetto specificità”.

 

Abbiamo quindi ribadito alla delegazione presente di riferire al Governo la nostra richiesta di chiare indicazioni sugli stanziamenti che saranno inseriti nel disegno di legge di bilancio per il Pacchetto, che in base agli impegni politici assunti deve contenere sia misure idonee a sostituire la previdenza integrativa che una adeguata tutela legale, ma anche una polizza assicurativa a copertura degli infortuni occorsi in servizio che va comunque stipulata al più presto perché per Forze armate ed Arma dei carabinieri è già attiva dal 1° ottobre: l’ennesima inaccettabile penalizzazione per noi poliziotti.

 

In attesa del mantenimento degli impegni di cui sopra e di andare a discutere davvero della parte economica, abbiamo ritenuto inadeguata anche la nuova formulazione della parte normativa dove, in generale, quando vengono delineati dei diritti deve essere eliminata ogni possibilità di limitarli con disposizioni verbali e riferimenti a generiche esigenze di servizio: quando un poliziotto presenta una domanda di ferie, la risposta deve giungere in tempi certi e, se si tratta di un diniego, questo deve essere riferito a esigenze di servizio veramente eccezionali, inderogabili e comunque comprovate.

   

Inaccettabile è poi ogni compressione di diritti di colleghi sanciti da disposizioni aventi forza di legge, che non possono essere limitate con un atto firmato dal Sindacato: è il caso, solo per fare un esempio, dell’esenzione dai turni notturni di cui, per legge, usufruiscono i lavoratori che assistono tutti i disabili riconosciuti tali in base alla legge 104 e non solo, come vorrebbe la controparte, quelli che versano in situazione di gravità. Se passasse questa tesi si certificherebbe che i congiunti dei poliziotti sono, proprio come i poliziotti, “figli di un Dio Minore”: noi non possiamo certo accettarlo supinamente.

 

Se poi non verranno tutelati adeguatamente i genitori separati con affido congiunto e non verrà sancita anche per noi l’applicazione dell’aggregazione triennale fino al compimento del terzo anno d’età dei figli prevista dal noto art. 42-bis, il tanto atteso contratto normativo sarebbe come il famoso topolino, partorito dopo tanto rumore dalla montagna. Noi non siamo d’accordo ed aspettiamo le prossime convocazioni per capire se l’Esecutivo avrà imboccato la strada giusta per salvaguardare i poliziotti, Servitori dello Stato troppo a lungo e troppo spesso mortificati nonostante tante belle parole.

      

Roma, 7 ottobre 2021