Prot. n. 1498/FN/20
Roma, 10 settembre 2020
Alla Signora Ministra dell’interno
Prefetto Luciana Lamorgese R o m a
Al Signor Capo della Polizia – Direttore generale della ps
Prefetto Franco Gabrielli R o m a
Oggetto: incontro programmato per il 17 settembre prossimo.
Illustre Ministra,
nel ringraziarLa per aver finalmente deciso di incontrare chi rappresenta in esclusiva i lavoratori della Polizia di Stato per la tutela dei loro diritti ed interessi, anche in relazione alle innumerevoli segnalazioni relative alle ormai troppe situazioni di sofferenza che massicciamente li investono, ci permettiamo di anticiparLe alcuni dei temi su cui i poliziotti – e noi per loro – si aspettano che in quella sede giungano una volta per tutte risposte puntuali, chiare ed efficaci.
Innanzitutto il personale esige a buon titolo che si aprano vere trattative per il rinnovo del contratto di lavoro, scaduto ormai da ventuno mesi. Vere trattative perché non vorremmo mai che si ripetesse lo scempio subito nel corso dell’ultimo contratto di lavoro in cui non è stato possibile trattare temi normativi fondamentali per i lavoratori di polizia.
Stavolta bisognerà garantire miglioramenti retributivi concreti, che riconoscano i tanti disagi effettivi e che siano anche valutati i troppi diritti negati alla categoria, partendo dunque dalla parte normativa, senza dimenticare l’istituzione della previdenza complementare, su cui lo Stato è in debito con i poliziotti da oltre un quarto di secolo con conseguenze devastanti, come denunciamo da anni e che oggi è ancora più fondamentale dal momento che sono già iniziati i pensionamenti dei colleghi entrati in servizio dopo il 1981 con una pensione sensibilmente più bassa dell’ultima retribuzione.
La cosa che fa maggiormente specie è che il ritardo ormai quasi biennale dell’avvio delle trattative per il rinnovo del ccnl coincide con l’imperversare delle problematiche legate a pandemia e fenomeno migratorio: il carico di lavoro ed i rischi aggiuntivi che questa miscela esplosiva stanno riversando sui poliziotti nelle settimane e nei mesi a venire potrebbe generare un vero e proprio corto circuito per la sicurezza. Prospettiva che noi non possiamo accettare.
Come Le abbiamo ripetutamente ed anche recentemente segnalato urgono interventi normativi ed amministrativi che garantiscano ai Servitori dello Stato la possibilità di lavorare potendo contare su idonei livelli di salvaguardia della propria incolumità, della propria salute e della propria funzione: riteniamo che questi siano diritti sacrosanti e ci aspettiamo risposte adeguate all’emergenza in atto, comprovata da numerosissimi episodi sempre più allarmanti.
Distinti saluti.