Mafia: Raggi intitoli via, piazza o giardino a Manganelli

raggi manganelli

raggi manganelli

 

 

Alla Sig.ra Sindaca di Roma
Avv. Virginia Raggi
S e d e

 

Oggetto: proposta di intitolare al prefetto Manganelli una via, una piazza o un’area verde.

                                                 

Sig.ra Sindaca,
all’indomani dell’ottava ricorrenza della scomparsa del prefetto Antonio Manganelli, un investigatore antimafia divenuto Capo della Polizia e nel giorno in cui cade la XXVI “Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie” – non a caso coincidente con l’inizio della primavera, stagione di rinascita – ci pregiamo sottoporre alla sua attenzione la possibilità di intitolargli una via, una piazza o un’area verde nel territorio della città di Roma.

 

Come noto la Capitale ha già assegnato tributi alla memoria dei suoi predecessori scomparsi, intitolando nel 2004 i giardini di piazza Re di Roma al prefetto Fernando Masone e nel 2005 quelli di piazza Bologna al prefetto Vincenzo Parisi; seguirono poi, nel 2006, altre due dediche ad eminenti Servitori dello Stato: i giardini di largo dell’Amba Aradam al prefetto Umberto Improta e quelli di piazza Vittorio Emanuele II a Nicola Calipari, che pochi mesi prima aveva tragicamente perso la vita in Iraq durante le fasi conclusive della liberazione di una giornalista italiana presa in ostaggio.

 

Sono a tutti noti i contributi fondamentali che Manganelli apportò come investigatore alla lotta alla criminalità organizzata, collaborando anche con Giovanni Falcone – che definiva le sue indagini “perfette” e Paolo Borsellino, sia nella gestione di collaboratori di giustizia come Tommaso Buscetta, che nella conduzione delle indagini che portarono all’arresto di latitanti mafiosi di primissimo piano.

 

Per ciò che attiene, infine, al contributo offerto al nostro Paese da uno dei capi della Polizia più apprezzati ed amati in assoluto, nessun nostro discorso potrà argomentare meglio di alcune delle parole scritte dal Presidente della Repubblica nell’insignirlo della medaglia d’oro al valor civile:

 

«Esempio ineguagliabile di dedizione alle virtù civiche e di passione pubblica al servizio delle istituzioni e dello Stato, Antonio Manganelli … si distingue per la capacità di plasmare un meccanismo della sicurezza basato sull’armoniosa collaborazione di tutte le Forze di polizia, infondendo, anche grazie al suo carisma personale, il legittimo orgoglio di appartenenza alla Polizia di Stato. Grazie alla sua autorevolezza, accompagnata da rigore e responsabilità, ha saputo imprimere alla Polizia di Stato trasparenza e legittimazione democratica, soprattutto in recenti momenti, difficili e travagliati, che hanno attraversato la vita del Paese. Colpito da un male incurabile, ha combattuto fino allo stremo contro le angosce di una malattia che non lo ha piegato e, pur in mezzo alla sofferenza, ha saputo sempre offrire a tutti gli appartenenti alla Polizia di Stato un presidio fermo e sicuro. La morte lo ha raggiunto nel pieno svolgimento delle sue funzioni. Che il suo esempio viva nella memoria dei posteri, per tramandarlo alle future generazioni. 1975-2013»

 

Siamo convinti che questo gesto sarebbe accolto con favore non solo da ogni appartenente alle Forze di polizia, ma anche da tutti coloro i quali sono impegnati a vario titolo nella lotta ad ogni forma di criminalità organizzata o che tale impegno apprezzano ed appoggiano, cioè dall’intera comunità.

 

In attesa di un cortese cenno di riscontro inviamo i più cordiali saluti.

 

Roma, 21 marzo 2021

 

La lettera