Alla presenza del Sottosegretario all’interno Nicola Molteni questo pomeriggio, insieme agli altri sindacati della Polizia di Stato, abbiamo incontrato una folta ed autorevole delegazione del Dipartimento della pubblica sicurezza, guidata dal Vice Capo della Polizia preposto al coordinamento delle Forze di polizia, prefetto Alessandra Guidi e composta dal direttore centrale per le risorse umane, prefetto Giuseppe Scandone, coadiuvato dal direttore del servizio sovrintendenti, assistenti ed agenti, dirigente superiore Tiziana Terribile e dal dirigente superiore Maria Cristina Longarzia; dai direttori centrali per le specialità, dirigente generale Armando Forgione, per l’immigrazione e le frontiere, prefetto Massimo Bontempi e per gli istituti d’istruzione, dirigente generale Maria Luisa Pellizzari, nonché dal direttore dell’Ufficio per le relazioni sindacali, vice prefetto Maria De Bartolomeis.
Approfittando dell’apprezzata presenza dell’On.le Molteni anche ad una riunione tecnica, in premessa siamo tornati a sollecitare la convocazione del tavolo per i correttivi al riordino, che per noi devono assolutamente essere emanati entro il 30 settembre prossimo,per dare una risposta alle troppe criticità, purtroppo, rimaste irrisolte soprattutto per alcune categorie di personale – ruoli tecnici, sopprimendo ruolo direttivo ad esaurimento, ruoli ispettori, sovrintendenti, assistenti ed agenti, ma non solo – per poi puntualizzare come le annose problematiche della mobilità a domanda del personale – ahinoi – siano strettamente connesse alla decennale carenza di
turn-over in cui ci hanno relegato i precedenti governi del passato.
Infatti, questa precedente miope politica assunzionale, da un lato ha provocato la netta diminuzione di personale non sostituito negli anni e, dall’altro, ha causato un grave innalzamento dell’età media dei poliziotti che, ad oggi, crea su tutto il territorio nazionale, nei diversi uffici ed articolazioni, una seria difficoltà operativa che, in alcuni casi, assume aspetti veramente drammatici.
Pur consci delle tante difficoltà, oggi, se si vuole cercare di risolvere efficacemente tali sconsiderate scelte del passato, non bastano i pur importanti stanziamenti effettuati, né il forte impegno delle scuole, la cui ricettività massima, purtroppo, è limitata a sole 3.000 unità all’anno che, oggettivamente, sono del tutto insufficienti per recuperare i pensionamenti avvenuti e quelli che a breve letteralmente investiranno l’Amministrazione.
Il pur apprezzato e significativo sforzo circa il piano di potenziamenti oggi presentato, infatti, riesce a malapena a sostituire le uscite dalla maggior parte delle sedi ed, in particolare, molti uffici delle specialità – di cui l’infelice piano di chiusure, fortunatamente sventato da questo Governo, prevedeva la soppressione – di fatto, hanno un’operatività del tutto insufficiente, se non addirittura assente: si pensi, a mero titolo d’esempio, agli uffici di Polizia Stradale di Tempio Pausania, Orosei e Montepulciano, alla PolMare di Talamone, ai commissariati sempre di Tempio, Brennero, Chioggia e Niscemi, dove si riesce a stento a tenere aperti gli uffici e solo saltuariamente a mettere fuori una pattuglia alla settimana!
Abbiamo ribadito che, se davvero si vuole mettere fine a questa impasse che sarà ancora più forte nei prossimi anni, determinata da ben poco lungimiranti scelte del passato, serve purtroppo una immediata inversione di tendenza con tempestivi massicci interventi straordinari e, prima delle critiche agli illustrati criteri di mobilità, per onestà intellettuale, abbiamo registrato con favore come, finalmente, sia stata accolta una nostra storica rivendicazione: sul “Portale”, infatti, verrà implementata una funzione tecnica che consentirà di conoscere le graduatorie per i movimenti dei colleghi in possesso di specifiche qualifiche professionali, fino ad ora lasciati nell’ombra.
Il riferimento è, ad esempio, ai trasferimenti da Scientifica a Scientifica, da Squadra cinofili a Squadra cinofili, da Squadra artificieri a Squadra artificieri e così via.
Per ciò che attiene la gestione della mobilità a domanda dei ruoli sovrintendenti, assistenti ed agenti abbiamo anche apprezzato, senza riserve, la trasparenza che contraddistingueil “Portale mobilità”, chiedendo quindi che tali principi siano estesi anche alla mobilità all’interno delle province – evitando che ad ogni cambio di questore possano cambiare anche i criteri, che ad oggi, tra l’altro, attesa la soggettività a cui si prestano, sono diversi da provincia a provincia.
Detti criteri, infatti, a norma del d.P.R. 164/2002, avrebbero dovuto essere oggetto di una informazione in sede centrale che non è mai stata inviata alle organizzazioni sindacali.
È tempo, ormai,che la collaudata metodologia del “Portale” vada estesa anche ai ruoli superiori e si evolva nel senso di tener conto delle specifiche situazioni familiari.
Come abbiamo sostenuto già in passato (vedi nota dell’8/11/2017 e del 16/04/2018, a cui l’Amministrazione rispondeva con nota del 20/06/2018), connotandoci come “voce fuori dal coro” perché certi che non sarebbe stata una manovra una tantum, ancora una volta ci siamo opposti con fermezza all’assegnazione di agenti in prova, appena usciti dai corsi di formazione, alle sedi che registrano i più lunghi tempi d’attesa.
Abbiamo ribadito che non si possono penalizzare i tanti colleghi che, durante i lunghi anni di attesa – in alcuni casi quindici e più – del proprio turno per essere trasferiti, caratterizzati da grandi sacrifici anche economici per sé stessi ed i loro affetti, hanno fatto scelte di vita importanti senza chiedere trasferimenti intermedi proprio per non perdere l’anzianità maturata: la stessa Amministrazione che in passato ha fatto invecchiare questi colleghi in altre sedi – anche per scelte strategiche del tutto criticabili– oggi, proprio perché sono diventati “anziani”, li fa scavalcare da agenti neoassegnati, i quali – sia chiaro – non hanno alcuna responsabilità al riguardo.
La “difesa d’ufficio” di questa scelta non ci ha convinti: riteniamo infatti che non basteranno gli ipotetici effetti dei nuovi criteri, che vietano l’assegnazione degli agenti in prova a regioni – non più province – diverse da quelle di nascita e di residenza, nonché a quelle limitrofe, né quelli – in questo caso accertati – della nostra storica battaglia per dimezzare i tempi necessari per poter chiedere il trasferimento.
Dissentiamo dal Dipartimento anche quando afferma che gli agenti di nuova nomina inviati nelle sedi più difficili da raggiungere saranno assegnati in aggiunta a quelli che in quelle stesse sedi verrebbero ordinariamente trasferiti e che – dunque – non toglierebbero il posto a nessuno e che – anzi – grazie alla combinazione degli accorgimenti di cui sopra, i tempi di attesa dovrebbero ridursi per tutti.
A nostro avviso invece – come abbiamo detto in tutti gli incontri precedenti – la strada da seguire poteva essere totalmente diversa: si doveva operare un ben più significativo trasferimento di personale in attesa da anni, trovandosi a varie centinaia di chilometri dalle sedi ambite e, laddove non possibile, si sarebbe dovuto riconoscere a questi l’opportunità di un trasferimento intermedio che non intaccasse l’anzianità maturata.
Inviare dai corsi agenti presso le sedi per raggiungere le quali ci sono le liste d’attesa più lunghe per noi era e rimane dunque una scelta unilaterale dell’Amministrazione che, così facendo, manca di rispetto a tantissimi colleghi che attendono da tanti – troppi – anni il riavvicinamento ai loro familiari
Anche oggi, pertanto, abbiamo ribadito ancora una volta, in maniera netta, la nostra assoluta contrarietà all’assegnazione di agenti in prova alle sedi che registrano i più lunghi tempi d’attesa.
Roma, 30 maggio 2019
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