Come già riscontrato nell’incontro del 27 settembre scorso – e da noi poi evidenziato – ieri il Sen. Matteo Salvini e l’On.le NicolaMolteni hanno ribadito l’impegno formale del Governo a riconoscere in maniera concreta la specificità delle Forze di polizia e della Polizia di Stato in particolare,con appositi stanziamenti che in queste ore si stanno concretizzando nel testo del disegno di legge di bilancio in corso di ultimazione.
Le risorse disponibili saranno sufficienti innanzitutto per approntare reali correttivi al riordino delle carriere: abbiamo rivendicato l’immediata istituzione di un tavolo, cui – ove lo ritenesse – potrebbe partecipare il Sottosegretario Molteni, come già sta facendo per quello sulla riorganizzazione dei presidi della Polizia di Stato, al fine di elaborare e sottoscrivere un testo condiviso tra le organizzazioni sindacali e l’Amministrazione.
Questa strada è stata già positivamente seguita dalla Polizia penitenziaria, la cui Amministrazione potrà presentarsi al tavolo con gli altri comandi forte di una delega firmata dai sindacati del suo personale sotto la supervisione dell’Esecutivo: se anche la nostra Amministrazione la seguirà non potrà più essere costretta a subire continui compromessi al ribasso, come è accaduto – ci è stato riferito – per il riordino ed i primi correttivi.
Sia il riordino che i primi correttivi hanno infatti tradito le legittime aspettative dei poliziotti ad una carriera realmente aperta dalla base che, partendo dall’unificazione degli agenti/assistenti/sovrintendenti – che è inaccettabile continuare a definire “esecutivi” – abbrevi e fluidifichi la progressione all’interno di tutti i ruoli e verso quelli superiori, aumentando a tal fine – subito – l’organico effettivo di quelli intermedi.
In proporzione agli organici complessivi sia l’Arma dei carabinieri che la Guardia di finanza dispongono, infatti, di moltissimi posti da ispettore in più, che vanno perciò aumentati anche per la Polizia di Stato, sia sulla carta che in concreto, perché solo così potranno essere garantite analoghe opportunità di carriera ai nostri sovrintendenti/assistenti/agenti, analoghi trattamenti stipendiali e analoghi trattamenti pensionistici.
I ruoli speciali delle Forze di polizia ad ordinamento militare sono davvero in corso di esaurimento perché gli ufficiali che ne fanno parte stanno transitando in orizzontale nei rispettivi “ruoli normali”: deve avvenire la stessa cosa per gli appartenenti al nostro ruolo direttivo ad esaurimento, che subito dopo il corso dovranno essere inquadrati come commissari capo appartenenti alla carriera dei funzionari, senza dubbie aggettivazioni.
Prendendo atto della necessità di attendere la prossima Leggedi bilancio per aprire le trattative di un rinnovo contrattuale che ci restituisca finalmente il reale potere d’acquisto perduto nell’ultimo decennio, andranno innanzitutto liberate le risorse ad oggi già disponibili per distribuirle attraverso il Fesi, valutando di attingere in via straordinaria anche ai beni confiscati alle organizzazioni criminali, se del caso tramite il Fug (Fondo unico di giustizia): non si può aspettare il contratto per istituire l’indennità di controllo del territorio e valorizzare le accessorie.
Sul tema del finanziamento senza oneri a carico della Finanza pubblica abbiamo altresì ribadito un’altra nostra proposta: consentire ai cittadini di conferire l’8 per mille – o in subordine il 5 per mille – della propria Irpef alle Forze di polizia, anche per migliorare le nostre dotazioni di sicurezza e la logistica di caserme che a volte sono da terzo mondo, oltre che per ammodernare automezzi, strumenti e tecnologie.
Ovviamente la qualità della vita professionale non dipende solo dal trattamento economico o dalla qualifica rivestita, ma anche dalle condizioni in cui viene complessivamente esercitata l’attività lavorativa, che non sono solo legate alle carenze logistiche e alle dotazioni cui si è già fatto cenno, ma anche ai carichi di lavoro ed alle modalità con cui questo viene programmato ed effettuato, quindi dagli organici effettivi.
Uno dei primi atti di questo Esecutivo è stata la meritoria sospensione degli effetti del cosiddetto Decreto Madia che, in concomitanza con il momento di maggiore criticità dovuto al blocco del turn-over, ha ridotto la Polizia di Stato dalle originarie 117.000 unità a 106.000, con una penalizzazione inaccettabile a fronte del continuo aumento delle esigenze di sicurezza della comunità sia della necessità di prevenire efficacemente e contrastare svariate emergenze, a cominciare dal terrorismo internazionale: già il 27 settembre scorso, quando il SottosegretarioMolteniannunciò il congelamento del decreto e ci venne annunciato il tavolo tecnico sul progetto di riorganizzazione delle articolazioni periferiche dell’Amministrazione della pubblica sicurezza, focalizzammo la nostra attenzione sugli organici effettivi della Polizia di Stato – circa 96.000 unità – evidenziando l’esigenza di procedere al più presto possibile allo scorrimento delle graduatorie.
Per motivi incomprensibili si è indugiato a lungo su questo argomento, dopodiché sono state fatte scorrere solo una parte delle graduatorie dei concorsi per agenti per poi rivelare che ulteriori scorrimenti sarebbero stati impediti da ipotetici problemi giuridici legati ai nuovi requisiti necessari per accedere ai concorsi per agente introdotti dal riordino del 2017, che però non avevano impedito il parziale scorrimento del 2018. In ogni caso il problema non è giuridico, ma strategico: ogni qualvolta nel passato è stato necessario procedere ad urgenti assunzioni straordinarie si è proceduto allo scorrimento delle graduatorie esistenti – ancorché non formali – e non certo a nuovi bandi che, naturalmente, soprattutto quando si tratta di concorsi pubblici, richiedono almeno un anno e mezzo tra la data della pubblicazione e quella dell’effettiva disponibilità dei nuovi assunti.
Anche sulla base della condivisione di tutte le sigle sindacali il Ministro ha comunicato che si procederà pertanto alle eventuali modifiche normative ritenute opportune per far sìche si scorrano gli elenchi che hanno superato le prove per procedere alle urgenti assunzioni in programma di sicuro almeno nel prossimo anno: abbiamo fatto presente che ci son circa 60 ragazzi già VFP delle FFAA che sono pronti a partire per il corso anche domani.
Servono interventi per far entrare nuovi Poliziotti, ma servono anche interventi perché quelli che stanno per andare in pensione con il sistema di calcolo misto non si ritrovino ad essere all’improvviso poveri, fruendo di un trattamento di molto inferiore a quello ricevuto in servizio. Si tratta di un problema legato ai nostri limiti d’età ordinamentali e che riguarda tutti, a partire dalle qualifiche più basse: è necessario intervenire sul coefficiente di trasformazione che, in caso di pensione di vecchiaia, deve essere agganciato a quello massimo delle altre categorie o almeno a quello dei 65 anni, come avveniva per alcuni ruoli fino a qualche tempo fa. Visto che siamo l’unica categoria a non aver ottenuto la previdenza complementare è anche necessario valorizzare l’indennità pensionabile e l’assegno di funzione ai fini del nostro TFS (indennità di buonuscita).
Per ultimo, ma non ultimo in ordine di importanza, abbiamo affrontato il problema delle garanzie funzionali da assicurare al tutore dell’ordine, che non può essere continuamente fatto oggetto di aggressioni senza che da ciò derivino idonee conseguenze per gli aggressori, né può lavorare serenamente nella consapevolezza di non essere adeguatamente tutelato anche sul piano della tutela legale.
In definitiva ben venga il Taser, che deve però essere dato in dotazione a tutti gli equipaggi in servizio sul territorio e si facciano nuove leggi che salvaguardino il pubblico ufficiale nell’esercizio delle sue funzioni.
Roma, 18 dicembre 2018