Svaligia farmacia e picchia finanziere di notte, la mattina è già libero: basta patteggiamenti arrestati, appello a Salvini (video)

autoariete farmacia x ok

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LUNEDÌ 10 SETTEMBRE 2018 08.29.19

Svaligia farmacia e picchia finanziere di notte, la mattina è già libero: basta patteggiamenti arrestati, appello a Salvini e intero Governo

Roma – 10 set 2018 (Prima Pagina News) – “Inaccettabile che, a neanche dodici dall’arresto, dopo aver nottetempo – insieme ad altri tre complici sfuggiti all’arresto – sfondato la saracinesca di una farmacia, averne asportato la cassaforte contenente circa settemila euro, essere stato protagonista di un folle inseguimento che ha messo a repentaglio la vita di chiunque si trovasse sulla sua strada – terminato infatti solo quando i malviventi sono finiti fuori strada – ed aver infine percosso violentemente uno dei finanzieri che – dopo averlo raggiunto – lo stavano arrestando, un trentenne rom di origine serba sia tornato libero perché, nonostante l’arresto in flagranza e le prove schiaccianti contenute anche nel filmato delle telecamere di sorveglianza, ha potuto usufruire del cosiddetto patteggiamento, rito premiale che dovrebbe essere destinato ad evitare processi lunghi e dall’esito incerto, non certo a casi come questo”. Ad affermarlo è Vincenzo Chianese, Segretario generale del sindacato di polizia Equilibrio Sicurezza, che si riferisce ad una notizia pubblicata da Leggo, Il Messaggero e Il Mattino, in cui si dà conto di un’azione criminale svoltasi a Roma, a partire dalle ore 1.53 della notte tra venerdì 7 e sabato 8 settembre: in appena due minuti una vecchia Lancia Prisma grigia urta in retromarcia a forte velocità la saracinesca e i quattro uomini armati di mazze che si vedono nelle immagini – tra cui l’arrestato – con grande “professionalità” prelevano la cassaforte dall’interno, la caricano all’interno di un furgone Fiat Ducato di colore bianco e si danno a precipitosa fuga”. “Già queste modalità – prosegue Chianese – comprovano lo spessore criminale della banda, ulteriormente evidenziato dalla folle velocità dell’inseguimento sull’autostrada A24 e dal fatto che, dopo l’incidente che lo ha costretto a continuare la fuga a piedi, secondo il capo d’imputazione l’arrestato ha ‘usato violenza, scalciando e spintonando il militare (un finanziere, n.d.r.) per opporsi all’arresto’: tutto ciò non è bastato: il giudice monocratico ha computato la pena in appena due anni di reclusione ed ha accettato la richiesta di patteggiamento, con tutto ciò che ne consegue”. “Per cui lo stesso finanziere che ha rischiato la sua incolumità per l’inseguimento e l’arresto – sottolinea i sindacalista in divisa – ha dovuto liberare subito il malvivente e non basta: il reato e tutti gli altri effetti penali, grazie al rito premiale, saranno estinti purché questi riesca a non farsi “pizzicare” di nuovo nei prossimi cinque anni, ma intanto non dovrà pagare le spese processuali e la parte offesa, se vorrà cercare di vedersi risarcire gli ingenti danni subiti, dovrà a sue spese citare in giudizio civile il pericoloso individuo che ha già dimostrato di poter usare violenza anche su uomini in divisa”. “Quale può essere il sentimento delle persone offese dal reato e dell’intera comunità difronte a simili esiti? – si domanda il leader di ES, che conclude – La sensazione di insicurezza aumenta ogni giorno di più nelle nostre città di fronte a quella che appare – e spesso è – una sfrontata impunità, origine di conflitti sociali che potrebbero degenerare in maniera incontrollabile, come accaduto in altri Paesi europei. Ci appelliamo al Governo – ed in particolare il Ministro dell’interno – affinché promuovano tempestivamente modifiche ai codici che garantiscano l’effettività della legge penale per tutti i reati definiti ‘predatori’ e comunque commessi con violenza o minaccia, soprattutto escludendo dal beneficio del cosiddetto ‘patteggiamento’ coloro i quali vengono arrestati in flagranza di reato in un quadro probatorio talmente chiaro da consentire l’immediata emissione di una sentenza di condanna, che deve essere concretamente scontata. Subito”. Lme/Avi/oLme 20180910T082636Z

 

A neanche dodici ore dall’arresto, dopo aver nottetempo – insieme ad altri tre complici sfuggiti all’arresto – sfondato la saracinesca di una farmacia, averne asportato la cassaforte contenente circa settemila euro, essere stato protagonista di un folle inseguimento che ha messo a repentaglio la vita di chiunque si trovasse sulla sua strada – terminato infatti solo quando i malviventi sono finiti fuori strada – ed aver infine percosso violentemente uno dei finanzieri che – dopo averlo raggiunto – lo stavano arrestando, un trentenne rom di origine serba è tornato libero perché, nonostante l’arresto in flagranza e le prove schiaccianti contenute anche nel filmato delle telecamere di sorveglianza, ha potuto usufruire del cosiddetto patteggiamento, rito premiale che dovrebbe essere destinato ad evitare processi lunghi e dall’esito incerto, non certo a casi come questo.

L’azione criminale si è svolta a Roma, presso la farmacia Colli Aniene – viale Palmiro Togliatti 1545 – a partire dalle ore 1.53 della notte tra venerdì 7 e sabato 8  settembre: in appena due minuti una vecchia Lancia Prisma grigia urta in retromarcia a forte velocità e sfonda la saracinesca e i quattro uomini armati di mazze che si vedono nelle immagini – tra cui l’arrestato – con grande “professionalità” prelevano la cassaforte dall’interno, la caricano all’interno di un furgone Fiat Ducato di colore bianco e si danno a precipitosa fuga. Di li a poco verranno però intercettati da una pattuglia della Guardia di Finanza, prontamente intervenuta a seguito dell’allarme, che insegue i quattro che fuggono a folle velocità sull’autostrada A24, da cui escono per terminare la loro corsa uscendo di strada in via Raffaele Costi, a poca distanza dalle palazzine di Tor Sapienza già illegalmente occupate e recentemente sgomberate grazie alla circolare Salvini.

La fuga continua a piedi e tre riescono a fuggire, mentre il quarto, bloccato da uno dei finanzieri, secondo il capo d’imputazione ha “usato violenza, scalciando e spintonando il militare per opporsi all’arresto”. Così scrive il pubblico ministero nell’accusa di resistenza a pubblico ufficiale, dopo quella di danneggiamento “per aver usato a mo’ di ariete un’auto sfondando la saracinesca della farmacia”, cui consegue l’ovvia richiesta di custodia cautelare in carcere anche in considerazione dello “spessore criminale dell’arrestato, che si evince dalla meticolosità e dalla violenza con cui le attività illecite sono state perpetrate”. Ma tutto ciò non è bastato: il giudice monocratico ha computato la pena in appena due anni di reclusione ed ha accettato la richiesta di patteggiamento, con tutto ciò che ne consegue.

E cioè: il finanziere che ha rischiato la pelle per l’inseguimento e l’arresto ha dovuto liberare subito il malvivente; il reato è estinto insieme a tutti gli altri effetti penali, grazie al rito premiale, purché questi riesca a non farsi “pizzicare” di nuovo nei prossimi cinque anni, ma intanto non dovrà pagare le spese processuali; la parte offesa, vale a dire la farmacia, non ha potuto costituirsi parte civile e quindi, se volesse vedersi risarciti gli ingenti danni subiti, dovrebbe citare in giudizio civile il trentenne rom di origine serba che vedete in azione nelle immagini insieme ad altri tre degni compari, tutti armati di mazze e già dimostratosi capace di percuotere financo uno dei militari della Guardia di Finanza che, insieme ad altri, stava procedendo al suo arresto: quale può essere il sentimento delle persone offese dal reato e dell’intera comunità difronte a simili esiti?

La sensazione di insicurezza aumenta ogni giorno di più nelle nostre città di fronte a quella che appare ed è una sfrontata impunità. È questo che, negli anni ha fatto nascere prima un disagio, poi un’ostilità e infine un innegabile conflitto sociale che, se non ne verranno affrontate alla radice le cause, potrebbe degenerare in maniera incontrollabile, così come accaduto in altri Paesi europei. Ci appelliamo al Ministro dell’interno: il Governo promuova immediatamente leggi che garantiscano l’effettività della legge penale per tutti i reati predatori e comunque commessi con violenza o minaccia, escludendo dal beneficio del patteggiamento coloro i quali vengono arrestati in flagranza di reato con un quadro probatorio talmente chiaro da consentire l’immediata emissione di una sentenza di condanna, che deve essere concretamente scontata. Subito.

Roma, 10 settembre 2018